Noi donne sballottate continuamente tra lavoro e famiglia

Forse non è così?

Dubito!

Per carità lungi da me voler scatenare una polemica tra chi pensa che noi donne siamo penalizzate dal sistema politico, economico, sociale perché mancano gli asili nido o gli sgravi per le assunzioni delle baby sitter o ancora gli aiuti per la cura degli anziani e chi, al contrario, afferma che da sempre le donne si sono barcamenate tra famiglia e lavoro e, dunque, è una situazione “normale”, che va avanti da sempre e che chissà e quando cambierà!

Ebbene sta di fatto che noi donne lavoriamo attivamente, impegnandoci al massimo!

Lo facciamo, però, con enormi sacrifici!

A suon di compromessi con la famiglia

…e la vita privata!

Qualche tempo fa ricordo di aver letto un libro di un’autrice inglese, Allison Pearson intitolato: “Ma come fa a fare tutto?”

L’autrice dava una bella panoramica di quella che era la situazione delle donne messe a dura prova nel dover conciliare programmi di lavoro, impegni familiari, figli da educare e vita privata da soddisfare.

La protagonista, ricordo, era una donna molto attiva, continuamente tormentata, tuttavia, tra la voglia di realizzarsi dal punto di vista lavorativo e i continui sensi di colpa, dovuti ai compromessi a cui doveva cedere in famiglia.

Voi credete che questa situazione sia cambiata oggi?

Non credo proprio!

Non perché io mi trovi nella identica situazione della protagonista del libro ma perché vedo decine di donne intorno a me che si trovano nella mia stessa condizione.

Ora, come allora, continuiamo a barcamenarci tra lavoro e famiglia. Stop.

Eppure di strada noi donne ne abbiamo fatta!

Basti considerare che sino all’Ottocento il numero delle donne lavoratrici qui in Italia era davvero molto esiguo!

Per molti secoli le donne sono state “invisibili”, relegate entro le mura di casa o di un convento, dedite soprattutto alle discipline minori come il ricamo, la miniatura e la tessitura.

Per lungo tempo non hanno potuto intraprendere alcun tipo di apprendistato né alcun tipo di studio se non in maniera privata.

Una svolta reale al cambiamento del ruolo femminile è avvenuta solo con la Rivoluzione industriale.

A partire dal 1780, infatti, anno in cui viene introdotta la macchina a vapore, l’intero sistema produttivo, economico e sociale subisce una profonda trasformazione che vede la nascita della classe operaia e all’interno di questa, la crescita del numero delle donne, che si guadagnano da vivere LAVORANDO.

Solo allora, non prima, cresce il numero delle donne lavoratrici che finalmente possono usufruire dei corsi di formazione professionale e dell’accesso al sistema economico e politico al pari degli uomini!

Non hanno ancora il diritto al voto che, però, che come ben sappiamo, sarà introdotto solo nel 1948, quando le Nazioni Unite adotteranno la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Avevo ragione?

Ne abbiamo percorsa di strada, non vi pare?

Continuiamo così.

Siamo donne, noi!

 

 

 

 

 

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